Sorelle e fratelli miei carissimi che siete il capolavoro di Dio Padre il quale ci ama e ci sconvolge la vita con la sua tenerezza, maranathà!

Con l’inizio dell’Avvento, la Chiesa, nostra provvida Madre, ci offre un tempo prezioso e denso, un “tempo propizio” che ci consente di prepararci al ricordo e principalmente di rivivere la venuta di Gesù Cristo, l’incarnazione del Verbo, nel mistero esaltante e inaspettato di Dio, che nella piccola e sperduta cittadina di Betlemme, nasce bambino, l’infinitamente grande si fà immensamente piccolo, la pienezza si svuota per farsi umiltà e si fa compagno ad ogni uomo per rimanere con l’uomo per sempre, condividendone il cammino, le paure, i desideri e soprattutto per sussurrare a nostro orecchio “ti amo”. Mi metto umilmente dinanzi al Signore, nel silenzio dell’anima e invoco con voi lo Spirito Santo, affinché attraverso questo mio scritto possa comunicare al vostro cuore tanto caro a Dio, tutto e solo il messaggio che Egli desidera comunicarvi.

Vorrei mutuare, proporvi e fare tesoro di una frase di don Tonino Bello:

“Noi guardiamo l’Avvento un pò troppo dalla parte dell’uomo. Forse bisognerebbe guardarlo di più dalla parte di Dio. Sì, perchè anche in cielo oggi comincia l’Avvento. Il periodo dell’attesa. Quì sulla terra è l’uomo che attende il ritorno del Signore. Lassù, nel cielo, è il Signore che attende il ritorno dell’uomo”.

Dio, l’Eterno e l’Infinito, l’Onnipotente Signore si abbassa, si umilia, si fa piccolo fino a piegarsi al tempo e allo spazio, alla storia degli uomini, alla natura umana, il Creatore si fà creatura per condividere con la dolcezza della sua presenza la storia personale di ciascuno di noi: egli è venuto ed è rimasto, Egli è presenza discreta e silenziosa, amorevole e provvida, è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, per sempre nell’oggi della nostra quotidianità: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20), “ e il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi” (Gv 1,14).

Avvento allora è certezza che non saremo mai più soli. Avvento è conoscenza intima e profonda dell’umiltà di Dio che ci sprona a scendere dai nostri piedistalli, ad uscire dalle nostre torri d’avorio costruite dall’egoismo e soprattutto dalla paura. Avvento è un Dio che condivide e invita a condividere.

Avvento è un Dio che si fa piccolo perchè impariamo a scoprire la meraviglia nelle cose più umili, semplici, povere; a diventare noi stessi piccoli per poter vivere in pienezza e accogliere con stupore quel bambino posto in una mangiatoia.

Avvento è attesa trepidante e gioiosa di un dono e invito a fare di noi stessi un dono, a donare con amore, gioia e generosità la nostra povertà, il nostro niente. Avvento è esaltazione della fragilità e della povertà, è condivisione.

Dio che si fa povero, ultimo fra gli ultimi, prossimo dei diseredati e dei discriminati, dei profughi e dei terremotati, ci invita a pensare concretamente a quanti condividono ancora oggi le miserie dell’uomo, i suoi affanni, la povertà a qualsiasi livello, materiale, morale, sociale, spirituale. Leggendo la realtà, la cronaca e la quotidianità alla luce del Vangelo, non possiamo chiudere egoisticamente gli occhi, far finta di niente, passare oltre, non prestare attenzione  su tanti che, attorno a noi, anzi accanto a noi, al nostro fianco soffrono, patiscono e piangono, provati dalla miseria, dalle difficoltà economiche o dalla tragedia della guerra o di ogni sorta di violenza, o dalle calamità naturali.

Non possiamo e non dobbiamo essere sordi al grido del povero, dell’orfano e della vedova.

Il Signore si è fatto nostro prossimo perchè Egli per primo ha sentito il grido di dolore di questa umanità e ci invita a seguire il suo esempio e a rimboccarci le maniche per cominciare a sporcarci le mani di uomo, e a odorare di povertà e di umanità.

Accogliamo questo invito, cogliamo questa occasione unica, sia personalmente  che  come famiglia  e comunità come chance di autentica salvezza, come crescita e conversine vera, perché il Dio Bambino, che vuole portare all’uomo la gioia profonda e la pace vera, trovi i cuori disposti ad accogliere i suoi doni e trovi ciascuno di noi intriso di responsabilità, di sensibilità e pronto ad accogliere per farsi dono.

Buon cammino di Avvento… Maranathà, vieni, Signore Gesù!