Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (Is 9,1).

Carissima/o,

Anche quest’anno, sento il bisogno di inviarti un messaggio in occasione del Santo Natale proprio in questi giorni in cui il nostro marana thà si intensifica per l’approssimarsi dell’ Emmanuel.

Anche per te, quest’anno la grande luce che brilla con Gesù che viene in mezzo a noi. Lo so che questo raggio di luce è ben poco nel buio dell’oscurità in cui siamo, lo so che il tuo anno non sempre è stato felice e che anche tu avverti il senso di incertezza e di timore. In questo tempo che per molti è di travaglio, crisi, incertezza e diffusa sofferenza; in questo periodo buio in cui l’odio e la malvagità umana sembrano dominare a causa di eventi che hanno sconvolto tutti noi tutti, e che a molti hanno riempito gli occhi di lacrime; in questo tempo in cui, ancora una volta Caino si è armato contro il fratello, creando panico, terrore, paura e dolore, in questo tempo in cui lo stesso Natale viene messo in discussione e vilipeso, il Natale di Gesù ci apre alla speranza e alla fiducia. Ci ricorda che è proprio nella nostra quotidianità fatta di difficoltà, di paure, ansie, fatta di povertà e stenti, fatta di peccato; Il Signore è presente, vicino, compartecipe delle nostre difficoltà.

Mia cara amica, mio amico prezioso, le ricchezze da sole non bastano a farci sentire al sicuro, inattaccabili o salvi; sono le ricchezze interiori che ci permettono di essere uomini e donne creati ad immagine di Dio e degni di esserlo; il Natale ci ricorda che il Signore viene per noi come Salvatore e con la sua venuta ci infonde aiuto e speranza, anche dove l’oscurità regna. Natale ci dà la certezza che Dio  ancora una volta apre i cieli per noi per farsi il Dio-con -noi, il Dio che vuole mettersi in cammino con noi, che desidera condividere la nostra vita, che non ha paura di sporcarsi le mani con noi.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di far fiorire la terra arida ed è proprio nei momenti di prova che ci rendiamo conto della forza che ci viene dallo Spirito e dalla presenza del Figlio di Dio che si incarna, si fa piccolo e fragile come un bambino, uomo tra uomini, debole con i deboli. E allora, come San Paolo che scrive ai Corinzi (2 Cor. 12: 9-10) anche noi possiamo gioire e dire che proprio “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Per questo io mi compiaccio nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando sono debole, è allora che io Sono forte”. Nel rigore della notte e nella povertà di una grotta si fa prossimo oggi più che mai, a te che sei senza lavoro perché lo hai perso a causa della crisi economica o per le scelte scriteriate dei nostri governanti che ti hanno tolto la speranza nel futuro, che ti hanno sbattuto la porta in faccia, perché non rientri nelle categorie protette; o perché sei una ragazza trans o un ragazzo gay e quindi per i benpensanti perbenisti temono di essere giudicati, se si compromettono con te e perdono  l’opportunità di darti una possibilità che ti dia serenità e dignità, o semplicemente perché sei una donna e quindi potresti chiedere la maternità, se il Signore ti benedice con il dono di un figlio; a quanti vivono difficoltà relazionali, a coloro che hanno perso la gioia di amare, ne ha perduta la capacità, agli imprenditori  costretti a chiudere le proprie attività, o peggio, che perdono ogni barlume di speranza e si tolgono la vita, alle famiglie che non arrivano a fine mese, alle madri che portano un bambino in grembo e guardano al futuro con trepidazione, incertezza, e purtroppo con diffidenza e paura… Ai migranti che intraprendono viaggi angosciosi in cerca di una possibilità e invece trovano la morte o la chiusura e rifiuto, a chi è ricco di cose e crede di possedere tutto e di essere felice, ma è povero e solo nel profondo del suo cuore. A tutti noi il Figlio che si fa uomo ci ricorda che non siamo soli, Egli si è fatto nostro prossimo, si è fatto Dio con noi, Emmanuele, ci rinnova la buona notizia, la gioia del Vangelo che ci porta speranza e rafforza la nostra fragile fede.

Il Bambino che nasce ci doni la ricchezza dello spirito, la gioia del cuore, la fiducia. Natale, infatti, è un bambino che chiede posto nella nostra vita per donarsi a noi. Natale è il Dio atteso che pianta la sua tenda nelle nostre case, lì dove ci troviamo, nelle situazioni che ognuno sta vivendo, così come siamo.

In questo momento, come vescovo vedo intorno a me tanti volti smarriti, tante persone inermi, fragili, discriminate, impaurite della vita: a te prima di tutto annuncio il Natale e ti dico che Dio non cessa di volerti bene, di custodirti, di stare con te perché tu sei suo figlio, perché ti ha desiderato così come sei, perché ti ha creato come il più bello dei capolavori di Dio e soprattutto perché è così che desidera che tu lo ami. Tutta la predicazione di Gesù è rivolta ai poveri, agli sfiduciati, agli affaticati della vita, a coloro a cui è tolta ogni speranza e dignità: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro.”

Egli ti ristora, ti rincuora, ti salva, TI AMA. Egli ti tiene nel palmo della sua mano.

Questo è il Natale: sapere che Gesù viene non perché tutto va bene, ma perché ti ama così come sei, ovunque tu sia, nella situazione che vivi. Accoglilo, fagli posto, prova a cercarlo di nuovo, ad invitarlo ad un vero momento della tua vita. Allora non possiamo essere cristiani tristi, ma illuminati dalla buona notizia di un Dio che scende, che viene tra di noi, che si sporca le mani con noi. A lui affidiamo tutti coloro che vivono in povertà, l’ingiustizia, la disuguaglianza, le conseguenze umane e sociali di una crisi che si diffonde e invade ogni relazione; a Lui affidiamo tutti coloro che sono chiamati a essere responsabili della cosa  pubblica, del bene comune che è base di equità e di giustizia; in lui e nella sua presenza che salva confidiamo. E come Maria serbiamo tutte queste cose e meditiamole nei nostri cuori.

In questo momento di festa, si accendano le luci del cuore, il dono diventi accoglienza degli altri e non banale, superflua consuetudine, le porte delle nostre case si aprano a chi non ha una mensa per condividere il pane e quelle dei nostri cuori risanino rapporti umani impoveriti e inariditi. Che sia un augurio non scontato, d’obbligo, vuoto; che sia un augurio che ci comprometta nel nostro impegno di coerenza. Quello che auguriamo con le labbra sia radicato e saldo nei nostri cuori.

Buon Natale di Gesù, l’unico Natale possibile, l’unico di Natale da attendere. Se distogliamo lo sguardo dalla Grotta di Betlemme, dove troviamo Gesù Bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia, resta solo il contorno del Natale, che a volte non sopportiamo neppure più, perché il nostro stato d’animo e le nostre condizioni di vita sono lontanissime dallo sfavillio delle luci esteriori. Per questo ti auguro un Buon Natale di cuore in Gesù! Abbiamo bisogno di riscoprire il Signore che viene, Lui che si immerge nella nostra realtà concreta di uomini e donne fragili, pieni di dubbi e domande; Lui che sa essere vicino per mostrarci  un’umanità possibile, ma anche per aiutarci a gettare lo sguardo oltre l’orizzonte di questa terra e dirci che siamo fatti a immagine di Dio, siamo per Dio, noi apparteniamo a Dio. Preziosi ai suoi occhi, valiamo più di qualsiasi tesoro!

Buon Natale nella gioia di Gesù.

Buon Natale per ritrovare con lui la pienezza della nostra identità di persone salvate. Il mio augurio per questo santo Natale è quello di aprire il tuo cuore alla fiducia e alla speranza, che va riposta sì negli uomini di buona volontà, che si spendono ogni giorno per il bene, ma soprattutto risposta in Dio, l’unico che non ci abbandona mai. La mia preghiera è che tu possa sentire la presenza di Dio vicina e possa aprire il tuo cuore tanta fiducia. Prego che nella società ci sia più condivisione, più pace, più apertura, che ci si guardi negli occhi, perché solo così possiamo far fiorire il rispetto reciproco e la vera pace. In questo Natale ti assicuro uno speciale ricordo nella preghiera davanti al Bambino Gesù, perché la sua luce, il suo amore e la sua forza infondano pace nel tuo cuore e rinnovato vigore spirituale, fiducia e speranza. Ti abbraccio e ti benedico.

Buon Natale

+Agostino