
La Quaresima: un cammino di fidanzamento
LETTERA PASTORALE PER LA QUARESIMA
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Il 1 marzo, mercoledì delle Ceneri, inizia un tempo di grazia, il tempo forte della Quaresima, 40 giorni di preparazione alla Pasqua, fons et culmen della fede e della vita cristiana. Tempo in cui ci prepariamo ad accogliere e far nostro con la forza dello Spirito ciò che Cristo ha compiuto e con amore operato.
Questo tempo ci è stato sempre presentato come spazio congruo per rispondere all’invito alla conversione, cioè ad una inversione di rotta della nostra vita, a rinnovare la nostra mentalità, a rivedere i nostri comportamenti. Questo pressante e perentorio invito è di Dio stesso per bocca del profeta: «Ritornate a me con tutto il cuore […] ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso» (Gl 2,12-13), tutto comincia con una manciata di ceneri sul capo che riceviamo mentre ci vengono sussurrate all’orecchio del nostro cuore le parole stesse di Gesù: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).
Prima di scrivere questo pensiero che rivolgo a me stesso e a ciascuno di voi, miei amati, ho lungamente pregato e meditato, chiedendo al Signore di mettere nel mio cuore tutte e solo le parole che Egli, nella sua provvida misericordia, desiderava vi fossero rivolte affinché tutti insieme, come famiglia delle famiglie, e singolarmente si possa vivere pienamente la grazia che ci è donata.
È vero che la Quaresima ci invita a fare un cammino introspettivo, un cammino di conversione, un cammino in preparazione alla Pasqua, ma a che serve tutto ciò? E se invece cominciassimo a considerare la Quaresima come il tempo dell’amore? Come una occasione per innamorarsi e lasciarsi amare? Come il tempo del fidanzamento? Il tempo della conoscenza e della valutazione? Il tempo della decisione e della scelta?
Sì, quest’anno vi invito a vivere questi quaranta giorni come un fidanzamento. Come il tempo dell’innamoramento, della crescita di un progetto di amore, della conoscenza reciproca, del costante desiderio di incontrarsi, di vedersi, di stare insieme, di sentire la mancanza dell’altro continuamente, del desiderare udirne la voce, del non stancarsi mai di perdersi l’uno nello sguardo dell’altro. Questo fidanzamento sia la nostra Quaresima. La nostra Quaresima sia la gioiosa e operosa attesa del fatidico “si”, del momento unico ed eterno in cui, con la Pasqua si sigilla questo patto nuziale che rende feconda la nostra unione con Dio.
Certamente è importante il cammino introspettivo e di conversione, ma spesso questo si traduce in un continuo sguardo rivolto solo a se stessi, ai nostri limiti, alle nostre difficoltà, alle nostre fragilità; insomma a concentrarsi su se stessi. Ma questo non basta. Bisogna distogliere lo sguardo , l’attenzione dall’onnipresente e imperante “io”e rivolgersi al “tu”. Se non facciamo esperienza del”tu” e restiamo rinsaldati a questo ego ingombrante, non potremo mai dire di esserci convertiti. La Quaresima poi non è proprio un cammino che dall’io va verso il tu? Dalla mia testa cosparsa di cenere ai tuoi piedi che devo lavare?
L’uscire furi da sé, dai propri egoismi, l’andare incontro al fratello si sono sempre tradotti attraverso uno dei tre pilastri quaresimali: digiuno, preghiera, elemosina. Queste tre opere dovrebbero tradurre e manifestare la nostra fedeltà a Dio e dunque a creare le condizioni per giustificare, rendere tangibile la nostra adesione a Lui. Sono sempre state considerate le prove del nostro amore a Dio, della nostra buona volontà nel dargli prova della nostra scelta di seguirlo, amarlo. Con i sacrifici, con la preghiera, e amando il nostro prossimo, in risposta al comandamento stesso datoci da Gesù, il quale ci invita ad amare il nostro prossimo ( cfr. Mt.22,37-40; Mc.12,29-31; Lc.10,25-28), dovremmo rendere tangibile e fattivo il nostro “si” quasi come a voler guadagnare con il nostro operato il suo amore, ad esserne degni, a dimostrargli qualcosa. Ma tutto questo può essere valido solo per una cappa umana e non per il nostro fidanzamento con Dio.
Nella splendida pagina del Vangelo di Matteo che viene proclamato nella liturgia del Mercoledì delle Ceneri leggiamo: “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt. 6,4). Il Padre vuole te, vuole me, non le opere, di certo non le opere fatte per averne un contraccambio, fatte quasi per comprare l’amore di Dio! Nel segreto il Padre ti ricorda che ti ama da sempre, prima ancora che tu compissi le tue opere, aldilà di queste opere che seppur belle, seppur spinte da amore, non sono la causa dell’amore di Dio.
Nel segreto, nel silenzio della Quaresima allora ciascuno di noi è invitato a scoprire la gratuità dell’amore di Dio. E’ questa esperienza che fa della Quaresima il tempo del mio fidanzamento con Dio. Per la nostra forma mentis sembra impossibile essere amati in maniera incondizionata. Per la mente umana ciò è impensabile ma non per Dio, ecco perché abbiamo bisogno di convertirci, di cambiare mentalità.
Ecco allora che se viviamo questo tempo gioioso di amore come il fidanzamento con il Signore desideriamo solo stare con Lui, farne esperienza, conoscerlo più intimamente e più intimamente lasciarsi conoscere, aprirgli il nostro cuore senza paure, senza remore e con totale onestà fiduciosi nelle sue promesse: “ ti farò mia sposa mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore”. (Os. 2,21-22); saremo pronti a viverlo, a lasciarci riempire del suo Spirito, a condividerne la passione, la risurrezione e ad accogliere con amore il mandato ad amare, ad essere nel mondo fecondi.
“Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. (Ez. 36, 24-28).
Ecco allora il senso profondo e meraviglioso della Quaresima: “ Perciò, ecco, io la sedurrò,
la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os. 2,16).
Questa Quaresima ci insegni ad amare senza prove, a praticare l’elemosina, la preghiera e il digiuno senza mai strumentalizzare il fratello perché ogni nostro gesto è segno dell’amore incondizionato di Dio. la Quaresima è il cammino verso la sorgente di una nuova certezza, quella della vera liberazione dell’uomo, dall’amare Dio non per qualcosa, dall’amare i fratelli non per un interesse personale, per gratuità totale assoluta. Accogliamo con gioia questo tempo del fidanzamento di Dio, che è il nostro tempo favorevole, il tempo del cammino fino a momento in cui potremo vedere tutte le promesse realizzarsi su una croce, quella su cui Cristo sigilla il vero amore. Quello incondizionato. Buon cammino di amore.