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I santi Sergio e Bacco erano, secondo l’agiografia cristiana, due soldati dell’esercito romano di religione cristiana, stanziati in Oriente e che avevano un’alta posizione presso la corte di Massimino Daia, tetrarca d’Oriente dal 305; i due furono denunciati da nemici invidiosi e quando si rifiutarono di sacrificare a Giove furono martirizzati.

I dettagli dell’agiografia spingono a collocare il martirio nell’ambito della terribile persecuzione anticristiana (l’ultima, peraltro) scatenata dai tetrarchi in quegli anni, per iniziativa di Diocleziano e specialmente in Oriente. Esso avvenne nell’anno 303 in Siria, a Resafa (Sergio) e nel castrum di Barbalissa (Bacco).

La tradizione è prodiga di dettagli riguardo alle modalità con cui i due martiri furono uccisi. Bacco sarebbe stato flagellato a morte, mentre Sergio sarebbe stato costretto a fare il giro dei castra della zona camminando con chiodi confitti nei piedi, e infine sarebbe stato decapitato.

La cosa che balza agli occhi però è che entrambi, come prima cosa, furono costretti a sfilare davanti alla popolazione vestiti da donna e a subire il dileggio generale.