Negli anni in cui si affaccia all’orizzonte l’intelligenza artificiale su larga scala, in cui imperversano decine  di guerre, in cui viene uccisa una donna ogni tre giorni; anni nei quali spariscono bambini nel nulla e la fame nel mondo non tende a diminuire, anni in cui intere masse umane si spostano a costo della vita per trovare rifugio e libertà; anni nei quali la giustizia non ha più un volto nitido, anni nei quali gli esseri umani vengono messi a dura prova da autoritarismi dispotici imperanti, nei quali si è avuto il coraggio di togliere il pane dalla bocca ad intere famiglie a fronte di un vile ricatto; anni in cui sopra ogni cosa vige il menefreghismo, l’indifferenza e l’idolatria dei telefonini e dei dictat delle istituzioni, della moda e dei media e qualcuno cerca di manipolare le menti e le

anime ho sentito dentro di me sgorgare delle domande come un soffio:

dove voglio abitare, dov’è il mio posto, dov’è la  mia casa, dov’è la felicità? Dov’è Dio, dov’è l’essere umano, che senso ha stare su questa terra?”

A tutte queste domande ho ricevuto una risposta (dentro di noi ci sono tutte le domande e tutte le risposte) ed ho sentito una voce che mi indicava un luogo (interiore), uno stato, una dimensione non che mi facesse fuggire da tutto ciò che ho descritto ma che desse un senso nuovo e pacificatore alla mia anima (Marco 8,36Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? ).

La risposta è stata:

 IL SILENZIO!

Questo grande sconosciuto che ci abita dall’eternità, che è presente nel concepimento, che ci parla, ci circonda, muove l’universo, presenzia le correnti, i venti e le stagioni; quel mistero presente quando sboccia un fiore e quando un filo d’erba spacca il cemento, che annuncia un terremoto, che fa uscire il pulcino dall’uovo ed insegna agli uccelli a costruirsi il nido; il silenzio è quella presenza che ci interpella e ci tiene compagnia nelle notti e nel dolore, che ci snocciola le verità, che ci fa fare delle scelte anche contro tutto e tutti, che ci fa vedere chi siamo, che ci rende capaci di abbracciare il dolore e la gioia del mondo, che come uno scrigno conserva tutto quello che viviamo ma che pian piano ci rivela il senso della vita e il senso della morte.

Molti fratelli e sorelle oggi più che mai sentono questo desiderio, questo anelito, questa chiamata… ed ecco giunto il momento favorevole e il tempo opportuno per dare una umile risposta e condividere una esperienza in semplicità, senza barriere, senza esclusioni, senza aspettative se non quella di sentirsi vivi.

La Chiesa Cattolica Ecumenica di Cristo è lieta di dare vita ad un nuovo ramo : quello degli eremiti e delle eremite urbane secondo le modalità e le caratteristiche che seguono.

Buon ascolto dello Spirito.

Pace e felicità nelle vostre case.

EREMITI/E URBANI/E

CARISMA:

RISPONDERE AL RICHIAMO DEL SILENZIO COME DIMENSIONE INTERIORE

Chi è l’eremita urbano.

  • Siamo coloro che sentono il bisogno di uno spazio in cui custodire il silenzio come dimensione interiore di cui avvertiamo il richiamo e che si è risvegliato in noi in quanto consapevoli di essere immersi sia interiormente che esteriormente in rumori che ci disperdono.
  • Siamo coloro che vogliono riacquisire quell’armonia e quell’ordine della creazione che ci appartiene ma che abbiamo dimenticato, che vogliono riacquisire una lingua perduta che ci appartiene ed abbiamo dimenticato: quella del silenzio, connaturata nell’essere umano ma messa ai margini per lasciare spazio al volume alto dei pensieri, delle parole, della musica, delle notizie, dei desideri, delle malattie.
  • Siamo coloro che entrando sempre più in comunione profonda con noi stessi/e, con il divino che ci abita, viviamo una dimensione di espansione universale, perché in quel luogo dove diventiamo pacificati possiamo portare tutto e tutte le istanze, le nostre ferite e le ferite dell’altro/a perché guariscano; è come uscire dal guscio del caos per respirare l’ordine divino: l’essenza che tutto accomuna. E più ci pacifichiamo internamente e gustiamo questa dimensione, più sentiamo l’attrazione per le altre persone e quindi il desiderio di entrare in relazione con l’altro. Più entriamo nel profondo più diventiamo sensibili alle situazioni e ai bisogni degli altri. Non più estranei ma sempre più aperti all’altro/a. Stare davanti a Dio presente in noi per stare davanti agli uomini presenti in noi.
  • Siamo nel mondo un segno profetico della sete di infinito e dell’eterno che alberga in ogni essere umano. Custodire questi spazi di infinito nel finito permette di guarire il male dell’anima, l’angoscia reale che coinvolge tante persone.
  • Siamo persone che vivono in parti diverse ma che vogliono sentire la comunione in spirito, un abbraccio che si dilata moltissimo e che può portare in se stesso tante persone, tante situazioni dolorose.
  • Siamo persone che si sentono in ricerca, aperte alla novità dello spirito che modifica, e che si modificano nell’incontro con se stessi e con l’altro.
  • Siamo esseri umani che cercano un senso alla vita facendosi liberare attraverso il silenzio.

LO SPAZIO PRIVILEGIATO DELL’EREMITA URBANO: LA PUSTINIA

Cos’è la Pustinia

  • E’ vocazione al silenzio, conoscenza e nutrimento della libertà nello spirito. E’ un’immersione, un lasciarsi portare che confida solo nell’affidamento e nell’abbandono a questa voce interiore che chiama a quest’ordine divino che ci è connaturato. E’ una ricerca, un lasciarci scavare per ritrovare connessione con quell’ordine originario.
  • E’ un luogo da riprodurre nella casa e nella vita dove recuperare la lingua perduta del silenzio e custodire tale dimensione.
  • Nella pustinia c’è un giaciglio o una sedia, o un cuscino, una bibbia, un crocifisso, una candela, un tavolo, un foglio bianco, una penna. Un luogo scelto dove ritirarsi nel silenzio.
  • Nella pustinia avviene un incontro, un dinamismo, un movimento: è lo Spirito che si fa sentire e agisce. Avviene un incontro di conoscenza innanzitutto con se stessi, di ascolto profondo che ci mette in condizione di incontrare Dio e l’altro senza paura, per quello che è. Più mi conosco, più conosco. In quel luogo colmo di silenzio respiro facendo spazio al Tutto e lì finalmente se lo voglio e lo cerco avviene ogni volta un fatto: muore la vecchia creatura e nasce e cresce una creatura nuova, una vita nuova, avviene un nuovo battesimo nello Spirito.
  • Nella pustinia sto al cospetto delle tragedia umane, sto nell’infinito sapendo di essere finito. Ci sono alcune cose che posso solo abbracciare, dove posso solo starci dentro. Questo è il luogo dove posso stare senza scappare, senza difendermi e dove quando chiedo delle risposte che non ho, spesso la risposta è proprio quella di stare lì sulla croce dell’impotenza umana.
  • La pustinia è una tavola imbandita dove viene offerta in abbondanza la pietanza della maternità di Dio, dove c’è posto per tutti e tutte, dove c’è sempre una sedia vuota per accogliere un fratello o una sorella, un dolore, un bisogno, una gioia, una malattia, un dubbio, una sete ed una fame; è il luogo da dove nessuno esce senza essersi saziato.

L’EREMO

Cos’è L’eremo

  • E’ una ricerca, lo trovo perché lo cerco, è il primo movimento dello Spirito.
  • E’ dentro le aree urbane, nelle città rumorose, nei luoghi di lavoro, nella mia casa, nel mio cuore.
  • E’ come un alveare: da fuori porto il mondo, lo porto all’eremo, lo tratto e lo faccio diventare qualcos’altro…come le api con il miele; ogni volta che frequento l’eremo quel miele me lo porto via per addolcire e nutrire la quotidianità.
  • E’ un’esperienza di tutti e per tutti, ogni luogo può diventare un eremo.
  • E’ un modo diverso di stare al mondo.
  • E’ un luogo dove nasce una comunità, un luogo dove ritrovarsi senza che venga chiesto nulla a nessuno se non il nome, dove nessuno giudica nessuno,dove non c’è giudizio né pregiudizio.
  • E’ il luogo dell’abbraccio di me che abbraccio la vita dell’altro. E’ un abbraccio che sana, un abbraccio che dò ma che anche ricevo e a cui vado incontro.
  • E’ il luogo dove dal silenzio interiore si genera l’apertura verso l’altro, dove passare dalla paura dell’altro al rischio dell’accoglienza dell’altro.
  • Luogo dell’abbraccio non per forza fisico ma dell’anima, molto più profondo ed universale.

IL SILENZIO

Cos’è il silenzio?

  • E’ un strumento dello Spirito, solo nel silenzio si può ascoltare la voce dello Spirito e attraverso lo Spirito si raggiungono e si colmano tutte le distanze, si accentua la sensibilità del cuore come se tutto ci raggiungesse: noi raggiungiamo la realtà e anche la realtà ci raggiunge.
  • Il silenzio è un grande strumento per assumere la gravità del tempo. Il tempo ha un peso, è un luogo dove ciò che non è costruito nell’amore porta un peso; il silenzio è stare lì, sentire tutto quel peso che passa nel tempo e assumerlo.
  • Il silenzio è partecipare del dolore del mondo rendendosi conto che facciamo una piccola cosa e che spesso è l’unica cosa che possiamo fare.
  • Il silenzio è vivere l’eterno nel tempo, significa cioè portare il tempo dentro l’eterno nell’economia della grazia nella quale ci sentiamo come nel nostro elemento come i pesci nel mare.
  • Il silenzio sconfigge il delirio di onnipotenza: il silenzio è il nostro compito, sapendoci nel limite accettiamo di non poter fare tutto ma vogliamo fare tutto quello che possiamo.
  • E’ un’aspirazione di tutti gli esseri umani. E’ la tensione verso l’infinito e l’eterno, verso l’insondabile che ci portiamo dentro.
  • Il silenzio è amore; è staccarci pian piano dall’omologazione del mondo per scoprirci originali e cocreatori di un nuovo mondo: il regno di Dio sulla terra.
  • Il silenzio è realizzare il…come in cielo così in terra.
  • Il silenzio è come un corpo dentro il quale abbandonarci, sentirci frammento di un tutto per ricreare il collegamento tra il frammento e l’intero, fra il contenuto e il contenitore. Mentre si disgregano tutte le appartenenze terrene c’è un corpo tenuto in vita dallo Spirito nel quale sentirsi tutti e tutte appartenenti perché è un corpo che non esclude ma unifica, che vivifica e non crea morte, che libera e non mortifica.
  • E’ un abbraccio che ci avvolge e si dilata: lo Spirito penetra, va a scavare, scioglie le chiusure, i blocchi, è via di pacificazione e di guarigione che apre agli altri, crea corpo fra noi, è un abbraccio che si sente anche a distanza; è amare anche da lontano; nello Spirito tutto si avvicina e fa sentire questo corpo che si crea, si forma e si sostiene ed incoraggia anche a distanza.
  • Il silenzio ci educa ad essere nel mondo ma non appartenere al mondo, vivere nel mondo senza mettere in moto i meccanismi egoici tipici del mondo; nel silenzio si lasciano cadere le difese perché si vive un sostegno che viene da un altro ambito, che viene dalla grazia che è lo Spirito.
  • Il silenzio è una laboriosa fatica che non si fa con la volontà bensì con la trasformazione e nella trasformazione operata dallo Spirito che purifica e ci distacca dalle modalità relazionali prive di amore.
  • Il silenzio ci fa gustare l’essere Cristo nel qui e ora, ci spinge ad amare Dio in spirito e verità, ci conduce verso l’Unità, ci rende capaci di scegliere l’amore e gustare la felicità che è condivisione dei doni di ognuno.
  • Il silenzio è ricerca dei propri profondi desideri per dare loro compimento, per dire si a se stessi come Maria e trovare il coraggio di scegliere l’amore.

CHI PUO’ ESSERE L’EREMITA URBANO SECONDO

LA CHIESA CATTOLICA ECUMENICA DI CRISTO

  • Sono laici/che, presbiteri/e, diaconi/e, religiosi/e che sentono la chiamata al medesimo carisma e che, mentre vivono la propria dimensione familiare, lavorativa, sociale, ministeriale, si sentono in comunione con tutti i fratelli e le sorelle sparsi/e in Italia e nel mondo, che desiderano vivere la dimensione eremitica urbana.
  • Sono laici/che, presbiteri/e, diaconi/e, religiosi/e che appartengono a diverse realtà e/o chiese cristiane e che vogliono vivere questa dimensione eremitica in spirito ecumenico abbattendo ogni barriera e riconoscendosi fratelli e sorelle che desiderano testimoniare l’Unità desiderata da Cristo stesso.

 Chiesa Cattolica Ecumenica di Cristo

Fraternità e Sororità Eremiti Urbani Figli e Figlie del Silenzio

(CARISMA)

Vocazione al silenzio come strada per la realizzazione di sé.

Vocazione al silenzio come risposta alla coscienza dell’Uno Divina Presenza.

Vocazione al silenzio come esigenza della cocreazione del Regno di Dio.

Vocazione al silenzio come percorso di conversione.

Vocazione al silenzio come preghiera incessante per portare gli uni il peso degli altri.

Vocazione al silenzio come strumento di evangelizzazione.

Vocazione al silenzio come stato di felicità sulla terra.

ESIGENZE GIOIOSE DELL’EREMITA

  • amare il silenzio in cui si è pura presenza,
  • creare uno spazio fisico nella propria casa dove abbracciare e farsi abbracciare dal silenzio
  • sentirsi parte essenziale del mondo, della natura, dell’universo,
  • nutrire amore verso tutti i fratelli e le sorelle e pregare per loro,
  • accogliere e custodire nel proprio cuore i dolori, le ingiustizie, le attese, le esigenze di tutti i

fratelli e le sorelle e di tutto il creato,

  • avere coscienza che il silenzio è lo spazio vitale e sacro dell’Eterno Io Sono, dove la storia si ricapitola, si evolve sotto l’impulso dello Spirito Santo, dove passato, presente e futuro sono nell’eternità,
  • dare senso e significato alla propria vita riconoscendo la propria specificità nel rispondere al desiderio profondo di vivere il silenzio,
  • sentirsi nel silenzio cocreatori del Regno di Dio diventandone pane e acqua viva nella quotidianità,
  • diventare ed essere costantemente “casa del silenzio”.

STRUMENTI E RITMI

  • meditazione e preghiera quotidiana nel silenzio,
  • lettura della Sacra Scrittura e di libri per la crescita umana e spirituale,
  • formazione sulla Sacra Scrittura (per il primo periodo a cura della ECCC) e sul Compendio della ECCC
  • incontro mensile online degli Eremiti Urbani Figli e Figlie del Silenzio,
  • libera partecipazione online agli incontri durante l’anno (ritiri, formazione su vari temi) della ECCC,
  • ritiro annuale in presenza (se possibile).

PERCORSO DI ADESIONE

  • Il fratello o la sorella che sente la vocazione a servire il Regno vivendo il carisma del silenzio inoltrerà una richiesta scritta a: madrerosaliamariapia@libero.it presentandosi con libertà e fornendo i propri recapiti: mail e telefono attraverso i quali verrà ricontattata/o.
  • Verranno effettuati colloqui di conoscenza online con la referente preposta.
  • Si svolgeranno incontri (online) attraverso i quali conoscere la Chiesa Cattolica Ecumenica di Cristo, le caratteristiche dell’eremitismo urbano e le esigenze gioiose dell’eremita.  
  • Dopo un anno o più di pratica durante il ritiro annuale per chi si sentirà pronto/a, previo discernimento compartecipato con la referente, il/la richiedente: A) formulerà in maniera libera e personale la decisione di aderire alla Fraternità e Sororità delle Figlie e Figli del silenzio. B) Saranno ivi consegnate le Esigenze gioiose dell’eremita e l’ immagine della Vergine del silenzio. C) Indosserà un mantello di propria scelta con cappuccio: esso simboleggia il bisogno di “isolarsi” nella preghiera silenziosa e nella meditazione.

Chi si rende disponibile a farsi riferimento in questa esperienza?

Madre Rosalia M. Pia, presbitera della ECCC

Pace e felicità nelle vostre case.